domenica 7 agosto 2011

Il ragazzo e la valigia


Seduto sul mio letto,
guardo quella valigia
ancora aperta,
e nel silenzio assordante
della sera, lancio nell’aria,
alle stelle i miei perché.

Ho mangiato acqua e sogni,
studiando avido un libro
per l’ansia e per la smania
del sapere.

“Madre ora perché
Quando t’ho chiesto pane
Tu m’hai dato
soltanto pietre e sale?

Guarda ho talento vedi?
E so per certo
che potrei essere utile anche a te!”

Allora tu m’hai consegnato
un grande foglio,
pieno d’aria di titoli e parole
e poi m’hai detto:
“Ho già piena la stanza
di clienti, con niente nella testa
ma clienti.

Per te non c’è più posto
Vai più in là!”
Con l'indice hai indicato
quella via, ma non è la mia terra,
Madre mia!

E butto dentro tormenti e delusioni
E insieme, per ricordo,
metto le pietre e il sale che mi hai dato.

Seduto su quel letto,
guardo la mia valigia
ancora aperta e la scelta crudele
fa già male,
ho voglia di restare,
ma so che la speranza è nell’andare.

Chiudo il mio viso dentro le mie mani,
offeso ed avvilito e ormai lo so
che prima o dopo la richiuderò.
poesia di Sandra Mirabella

Tra le pieghe del cuore


Ho voluto cercare
tra le dune dell'anima mia,
quell'amore bambino
di luce e di fuoco,
per dartelo ancora
intero e vivo,
compagno del sentiero della vita.

S'era aperto come un fiore
la mattina,
venne la pioggia
e si rincantucciò,
si nascose tra
le pieghe del cuore,
impaurito deluso,
e si smarrì.

Come un guerriero
volai verso il cielo,
e un raggio al sole
strappai con gran coraggio,
per fargli luce
nella strada persa,
e lui lieto e felice
la trovò.

Adesso è qui
nel cavo della mano
come diamante eterno
splende ancora.
Io te ne faccio dono
nuovamente,
e tu
conservalo con cura
eternamente.

poesie di Sandra Mirabella

L'Italia s'è desta


L'Italia s'è desta una mattina,
come gli occhi assonnati di bambina,
soffice nebbia lieve sfuma i contorni
come un sogno antico.

Il sogno grande di nonni coraggiosi,
che volevano unire sotto un nome,
dei popoli divisi da domini diversi
e tradizioni dissimili tra loro,
come le dita di una stessa mano
utili una all'altro, all'opera grandiosa
di una sola bandiera e un solo nome;

"ITALIA"

Combatterono insieme, e quel fronte li unì
come fratelli. Il sogno finalmente si avverò
ma lunga e faticosa è la salita, e allora
diamoci la mano tutti insieme,
e una grande catena si farà,
comprenderemo che sta proprio là,
che la nostra ricchezza è la diversità,
che distingue regione da regione.

Arte e cultura servono ad unire.
La nostra patria è questa:
tante meravigliose identità,
e la forza di un'unica bandiera che ci accomuna insieme,
è una grande parola:

"LIBERTA'"
dedicata al 150° UNITA' D'ITALIA, Sandra Mirabella

Clandestino


Samir ha lampi di terrore

dentro gli occhi,

fredda paura e morte,

come lame di ghiaccio

scavano dentro al cuore.



Erano in tanti dentro quel barcone

e ha visto i suoi fratelli ,

strappati da quel mare

nero e fondo.

Li ha sentiti gridare,

e impotenti lottare

contro gli scuri mostri

della notte.



Poi più nulla.

Solo il silenzio allibito

su quella bara immensa,

e il dolore che esplode ,

lacerando.



E sale alle sue labbra

il lamento monotono

e profondo,

della terra che piange i figli suoi.



Erano in tanti dentro quel barcone

scomodi e stretti ,

ed il domani addosso per compagno

e sulla pelle,

il coraggio incosciente dell’osare.



Ora con gli occhi

avviliti e spenti,

guardano in là

e trovano la terra

conquistata col

prezzo del dolore.



Non sanno più

dar forma a quel futuro,

quel sole non ha più

nessun colore.



Rialza gli occhi Samir e lentamente

apre la bocca, in una muta

supplica all’Eterno.

“Ridammi la Speranza Dio del cielo".

poesia di Sandra Mirabella

Gocce di mare


E ritorna il ricordo
della terra di sale
da cui siete nati,
germogliati
come fiori
selvaggi e liberi
su rocce bianche
di calcare antica.

E ritornano
echi di tuffi,
parole sussurrate
da bambini,
schiaffi alle rocce
dal mare che gioca.

L'odore amaro
d'oleandro in fiore
e sabbia che vi scorre
tra le dita,
portata via dal tempo.

Stelle di mare
in un secchiello blu
portate al largo
a vivere il
domani...

Nebbia negli occhi
ma nel cuore il sole
umido e caldo,
e gocce di mare...

Dedicato ai miei figli, Sandra Mirabella

Aquiloni


Ho tappezzato il mio cielo

di aquiloni,

e li tenevo stretti nella mano,

per giocare nell’aria

in festa, lieta.



Avevo appeso un sogno

sopra ognuno

e li guardavo

con negli occhi il sole.



Venne la sera

e la fredda luna

ne prese uno e se lo ingoiò

e dopo sulla terra

lo sputò.



Il giorno dopo il sole

ardente in cielo,

con un suo raggio

un altro ne incendiò,

così fu solo cenere nell’aria

ed il sorriso dal viso se ne andò.



Il freddo del maestrale,

una mattina

ne prese altri e me li strappò

e li trasporta ancora verso terre,

lontane e solitarie che non so.



Soltanto due erano ancora in alto,

coi fili stretti nella mano mia,

che li stringeva con rabbia e con dolore.



Ma nella mente, mi nacque un’idea,

fresca, così come nasce una gioia,

sul viso tornò subito il sorriso,

un poco per dispetto e un po’ per sfida.



Alzai la mano al cielo,

e nell’aria colorata del mattino,

liberi di volare io li lasciai.

poesia di Sandra Mirabella

Zafferana


Nei miei giorni

di adesso, non c’è più,

solo nell’anima mia,

io lo ritrovo

quel luogo di ricordi.



Come attraverso un velo

lo rivedo,

e ritorna il sapore

delle more

e l’odor di nipitella

antico e nuovo.



Mi riporta l’immagine serena

di un cielo azzurro e limpido,

di una piccola casa di campagna,

sotto la mia montagna prediletta;

l’Etna maestosa

dalla voce di tuono.



Le piccole stradine con i rovi

e l’odore agrodolce

di ginestra in fiore.

Il color di lillà

sotto quell’albero,

che non ho mai saputo

che cos’era.

E l’antico mulino

che sapeva di muffa

e di mistero,

meta nascosta delle scorribande.



Le esplorazioni attraverso i ciliegi,

che i passerotti andavano a beccare,

le corse a catturare le farfalle,

che dopo si lasciavano volare.



Così come i ricordi volan via,

e nei miei giorni la casa non c’è più.

Ma mi riporta il tempo

a quelle vigne

che digradavan piano verso

l’azzurro dell’immenso mare.



Sento ancora la voce

di mia nonna,

che mi chiama per fare colazione,

con pane caldo e olio

profumato.



E quel ricordo

viaggia dentro me.

E’ tutto vivo ancor

nella mia mente

e son felice se di tanto in tanto,

attraverso quel velo,

io lo rivedo.

poesia di Sandra Mirabella

Maria

Infila le perle Maria,

cuce e lavora

ad un vestito bianco,

che una sposa

un giorno indosserà.



Cuce e lavora

e infila le perle,

china la testa,

per non far vedere,

le lacrime sul viso

e gli occhi pesti.



Torna a sognare

con gli occhi della mente,

quel giorno,

ch’era stato solo suo.



Lieve come una

nuvola d’estate,

bella come regina

per un giorno.

Rivede lui,

l’amore della vita,

e il ricordo sparisce

in un singhiozzo.



E lacerar vorrebbe

quel vestito

e poi sputare

il sapor di sangue

e fiele che le riempie

l’anima e la uccide.



E non ci sta Maria,

lei non ci sta!

Lavora per il pranzo

e per la cena.

Alza la testa

asciuga le sue lacrime

dal viso, e ricuce

gli strappi alla sua vita.



Lieve come una

nuvola d’estate

regina dei suoi giorni,

finalmente!

poesia di Sandra Mirabella

Sotto l'albero del tempo


Sotto l’albero del tempo

mi riposai e la fronte

appoggiai alla sua vita.



E l’albero parlò

coi suoi silenzi,

suoni di canti

portati dal vento,

fruscio d’ali,

e passi vellutati d’animali,

e la serica luce della luna.



Poi rombi di tuono

e l’urlo di cannoni,

strida di belve

dal sembiante umano.

E il gelo della morte cruda e tetra.



Mi ritrassi e non volli

più ascoltare, attonita

ferita, spaventata.



“Appoggia la tua fronte

nuovamente” disse l’albero,

“Perché è un sollievo

per l’anima mia.”



“Ascolta ancora il tempo parla,

la verità ti dice se la vuoi”

Tra le sue foglie udii la nuova vita,

linfa che sale ai rami arsi

e anneriti,

fremiti lievi, ed ali di farfalle

ed il sussurro di un fiore che nasce.



Tutto ritorna tutto ricomincia.

“Ed ora vai insegui la Speranza,

al di là di quell’albero di tiglio.”

Ed io andai.

poesia di Sandra Mirabella

Natale è adesso


La pace è adesso!

Non ci sono più guerre nel Mondo,

i popoli si danno la mano.



La pace è adesso!

Nessun bambino muore più di

fame, di sete o di malattia.



La pace è adesso!

I nonni sono felici!

C'é lavoro per tutti!



I ricchi danno ai poveri,

i 'diversi' sono diventati 'uguali'.



Natale è adesso!

Ognuno sorride e saluta il vicino,

non si litiga più e i bambini

giocano sereni.



C'é nell'aria profumo di dolci,

profumo di felicità ...



NATALE E' ADESSO!


poesia di Sandra Mirabella

Figlio

Figlio
d’oro e d’argento
con te respiro l’aria del mattino,
il sole è in cielo per illuminarti,
la luna per far lume
ai sogni tuoi.

Il vento soffia
per accarezzarti,
la pioggia
per bagnarti e divertirti.

Tuo è il profumo antico
della terra.

Solo con gli occhi tuoi
vedo la luce
e Dio sorride
con il tuo sorriso.

poesia di Sandra Mirabella

Ridatemi il tempo


Ridatemi il tempo.
Voglio il mio tempo
per pensare, giocare
per vivere il cielo,
e per sentire
le melodie del vento,
tra le foglie del melo.


Voglio il mio tempo
per guardare il giorno,
scorrere lieve
qui davanti a me,

per bere quello
che la vita dà,
e dopo un pò
lo cerco e non c'é più

Voglio il mio tempo
quando camminavo
la strada della vita,
senza affanni,
e con gli occhi stupiti da bambino.

Voglio il mio tempo,
chi me l'ha rubato?
Lo voglio quando era
festa la mattina,
alzarmi e respirare
il giorno mio.

Voglio indietro
i miei sogni
tutti interi
e non vederli sempre,
cadere come aquile spezzate.

Datemi il tempo,
datemi il domani.
Voglio un Aprile da vivere ancora.

poesia di Sandra Mirabella

Pulcino Biondo

Pulcino Biondo
guance e boccuccia
del color di rosa,
con i pugnetti chiusi
abbracci l'aria e cerchi la tua mamma.

Eppure la sua voce
la ricordi
cerchi tra le parole,
ma non c'é.

Il suo profumo nuovo,
in un momento ti è sfuggito via,
come in un sogno.

Chiudi gli occhietti
per trovarla lì
nella tua mente,
dove il suo ricordo
d'angelo bruno
forse ancora c'è.

Dormi pulcino
la tua mamma è lì
dietro quel vetro
e ti può accarezzare
solo con gli occhi,
e solo con un dito consolarti
e prima o dopo
ti ritroverà.

poesia di SandraMirabella